Shen Wei Dance Arts - Lois Greenfield E' stata presentata in questi giorni alla stampa la 17a edizione di
Fabbrica Europa, dedicata quest'anno a
Europa<-> Mediterraneo<->Oriente, con un articolato programma di arti visive, danza, teatro, musica incontri e laboratori, in un percorso che si muove verso est partendo dall'Europa e arrivando fino in Cina. Arte scienza e nuove tecnologie si incontrano e si confrontano grazie a un numero sempre maggiore di registi, artisti, coreografi, musicisti e studiosi che conducano insieme ricerche che oltrepassano i concetto restrittivo di disciplina artistica.
Tra concerti, spettacoli e istallazioni ci sarà come sempre l'imbarazzo della scelta. Tra questi
La spirale ovale, un'istallazione che indaga sulla relazione tra arte, matematica e cosmologia è un'opera di
Mario Merz, immagine della spirale cosmica in cui si visualizza la sequenza numerica scoperta dal matematico Leonardo Fibonacci e simbolo dei processi della crescita naturale.
Un'altra installazione interessante è
Areal, dei
Granula Syntesis, che puntano alla fusione di video e suono creando così una performance/installazione multisensoriale.
Framerate 0_primo esperimento, è la nuova creazione di
Santasangre, un esperimento, appunto, che si basa sui processi naturali. Al centro qui c'è la solidificazione dell'acqua che diventa ghiaccio, inteso come azzeramento totale e punto di partenza per un pensiero nuovo.
In prima assoluta viene presentato a Fabbrica Europa
The table of heart di
David Moss in cui la versatilità vocale e gestuale del coreografo è filtrata attraverso la ricerca di
Tempo Reale nei settori delle tecniche di elaborazione del suono e dell'interattività.
Il coreografo
Shen Wei fonde Oriente e Occidente nel trittico
Re (I, II, III) che mostra tre affascinanti civiltà, il Tibet, la Cambogia e la Cina, espresse attraverso la musica, la danza, la voce e le immagini.
Un'altra prima nazionele è quella di
La verité 25 x par seconde, nuova creazione del coreografo
Frédéric Flamand con il B
allet National de Marseille e in collaborazione con il 73° Maggio Musicale Fiorentino.
Di
Jan Fabre è
Another Sleepy Dusty Delta Day, una performance ispirata da una canzone di Bobby Gentry che è uno studio sulla morte, sull'amore, sul suicidio e sulle condizioni psichiche di chi sopravvive alla persona amata.
Ancora in prima assoluta viene presentata la nuova creazione di
César Brie Albero senza ombra ispirata a un tragico fatto realmente accaduto l'11 settembre 2008 nella giugla boliviana: un massacro di cittadini che si recavano a una riunione sindacale. Brie ha indagato su questo avvenimento intervistando persone coinvolte e analizzando varie informazioni pervenute alla polizia e ai medici.
La
Compagnia Krypton propone
Il ponte di pietra, per la regia di Giancarlo Cauteruccio, una sperimentazione sull'utilizzo di sistemi di illuminotecnica che si fonda sulla sperimentazione dell'uso della luce nel modificare lo spazio.
Tra gli altri nomi che spiccano dal programma ci sono poi: Victoria Hanna, Teatr Zar, il Workcenter di Jerzy Grotowski e Thomas Richards, la franco-algerina Nacera Belaza, Young Ho Nam, Luisa Cortesi e Massimo Barzagli, Alessandro Carboni, Fabrice Lambert, il Gruppo Nanou, Letizia Renzini e Marina Giovannini, Cristina Rizzo.
Tra gli spettacoli musicali viene presentato l'originale
Back to Mongolia: Tradizione sciamanitica/ritualità elettronica che vede insieme lo sciamano Gendos Chamzyryn, suonatore di strumenti tradizionali, Tim Hodgkinson, compositore e musicista inglese, e Ken Hyder, batterista e percussionista scozzese. Seguirà poi il dj set di Leon P ispirato a sonorità sciamanitiche e quello di Crystal Distorsion.
Pasquale Mirra (vibrafono) e
Hamid Drake (batteria, frame drum e voce) uniscono due culture apparentemente lontane che riescono ad amalgamarsi. Il live di
Talvin Singh e il dj set di
Raj Pannu rappresentano la scena musicale indiana. I
Dhoad sono invece dei musicisti che incarnano la più autentica tradizione gitana. Il quartetto di Ares Tavolazzi, Elias Nardi, Edmondo Romano e Emanuele Le Pera crea un interessante ponte sonoro tra musica mediorientale e jazz.
Non mancheranno poi serate dedicata ai dj set, gli incontri e le conferenze.
Il festival sarà chiuso dal melodramma
L'Imbalsamatore per la regia di Giorgio Battistelli.
Ogni giorno poi l'appuntamento è per l'aperitivo nel portico della Stazione Leopolda o per una birra, un cocktail all'aperto dopo cena.
Per maggiori informazioni:
www.fabbricaeuropa.netPer il programma
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